Generale e uomo politico argentino.
Militò nell'esercito spagnolo fino a raggiungere il grado di tenente
colonnello; nel 1812 lasciò la Spagna e raggiunse Buenos Aires per
sostenere la causa dell'indipendenza latino-americana. Dopo un primo scontro
vittorioso sugli Spagnoli alla testa dei granatieri a cavallo (corpo militare da
lui stesso formato e istruito), nel 1814
S.M. subentrò a M.
Belgrano nel comando dell'esercito del Nord, incarico che abbandonò per
disaccordi sulla strategia da seguire. Egli riteneva infatti che per scacciare
dall'America Latina i dominatori occorresse liberare dapprima il Perù,
baluardo del potere spagnolo nel continente, invadendolo via mare dopo aver
valicato le Ande. Mise in pratica con successo questo piano nel 1817, quando
guidò un nuovo esercito di 5.000 uomini sino in Cile, superando valichi
posti tra i 3.000 e i 4.000 m. Sconfitti gli Spagnoli a Chacabuco,
S.M.
entrò a Santiago e liberò il Cile con la vittoria del fiume Maipo
(1818). Per invadere il Perù dal mare acquistò negli Stati Uniti e
in Gran Bretagna le navi necessarie al trasporto delle truppe. Al comando
dell'ammiraglio inglese T. Cochrane, nel 1820 la flotta da guerra così
formata riuscì a imporre il controllo sulle acque costiere del Pacifico
cileno-peruviano. Una volta sbarcato in Perù,
S.M. occupò
Lima senza ulteriori scontri con gli Spagnoli, ritiratisi nelle montagne
dell'interno, e proclamò l'indipendenza del Perù (28 luglio 1821)
assumendo il titolo di “protettore”. Sospettato di mire dittatoriali
da parte dei liberali locali e privo di forze sufficienti a liberare
completamente il Paese, dopo un infruttuoso incontro con S. Bolivar a Guayaquil,
nel 1822
S.M. lasciò il Perù e tornò in Argentina;
nel 1824 andò esule volontario in Europa, stabilendosi quindi in Francia
(Yapeyú, od. San Martín, Corrientes 1778 - Boulogne-sur-Mer
1850).